'Bla Bla Bla' testo di Chiara Gatti
Parole, parole, parole.
Viviamo nella società dell’immagine e della comunicazione.
Un mondo dove
le confessioni pubbliche, le esternazioni e l’outing sono all’ordine del giorno. Bersagliare gli altri di
informazioni inutili rende l’aria densa di suoni indistinti.
Fabrizio Dusi, artista italiano dall’ironia pungente ma leggera, traduce questo spaccato di quotidiana
logorrea e verbosità (quasi) patologica, in una scena affollata di personaggi loquaci, impegnati in
monologhi mono-direzionali, attenti ad ascoltare se stessi ignorando i messaggi che arrivano da altre bocche spalancate verso il cielo.
Fumetti anonimi galleggiano nell’etere trascinando notizie indistinte. Le parole perdono di
significato e si trasformano in bolle colorate come pensieri inconsistenti. Fluttuano come gocce che
piovono verso l’alto. Sono palloncini pieni d’aria. Vuoti a perdere.
L’omologazione livella gli uomini, distinti solo da abbigliamenti che li qualificano. Giacca e
cravatta per i dirigenti. Magliette griffate per i ragazzi alla moda che indossano lo slogan del
proprio malessere.
Listen to me e Talk to me diventano piccole, profonde invocazioni d’aiuto. La ricerca
Dell’amore, della comprensione, dell’ascolto non è cosa scontata. È un’esigenza cocente. Fabrizio
Dusi, dietro la sua figurazione pop, allude a un dramma del nostro tempo, edulcorando il disagio
con un sorriso dolce-amaro.
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